martedì 20 luglio 2010

IX Diario Mongolo

Mi collego mentre stiamo in attesa di riavere la
nostra Guida, una ragazza mongola di 21anni,
studentessa di lingue, che ci accompagna con
il giusto impaccio e un'allegra goffaggine, in
questa avventura ruvida e polverosa.
Ieri, nell'organizzazione di uno spettacolo nel
Parco Giochi dei bambini nella periferia di
Kharakhorum, si e' presa una insolazione
e dopo aver vomitato tutta la notte l'abbiamo
portata in ospedale a farsi una flebo.... attendiamo
e quando stara' meglio ripartiremo. Intanto
meditiamo in silenzi e riunioni dei difficili
spettacoli, del pubblico di bambini cosi'
partecipe eppure restio e diffidente... accucciati
al suolo o abbarbicati ai genitori, con sguardi
simultaneamente curiosi e chiusi, gioioisi e
giudicanti. Stiamo provando molte esperienze
differenti, confrontandoci con luoghi di vita e
tipologie di pubblico varie e schizofreniche
(dalle famiglie di nomadi al pascolo, ai
bambini di strada violentati dalla citta',
al campo estivo scolastico, i laboratori
di bambini con le suore ed i preti....).
C'e' molto da imparare e, come ci ha suggerito
Buno, lo stiamo facendo nel migliore dei modi:
scontrandoci con il pubblico, con la gretta
e dura realta', spettacolo dopo spettacolo, dentro
lo stesso sguardo dei bambini che si accende o si
distrae ad ogni nostro passo giusto o sbagliato.
Seguiamo il detto mongolo dei nomadi:
"Se hai paura non lo fare,
se lo fai non aver paura!"

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