mercoledì 30 dicembre 2009

Museo del Teatro delle Marionette

X Diario Mongolo, lungo... META' VIAGGIO

LA VITA
Strano paese questo! Il 90% del territorio e' come fissato, direi quasi
innamorato, da una bolla temporale, ove i ritmi, le tecniche,
i pensieri, viaggiano ancora nelle modalita' e nella poetica del 1200
o di Gengis Khan. Grande traversate a cavallo o carro, davanti a
deserti rocciosi e sabbiosi, montagne boschive,
laghi e fiumi, vallate incredibilmente vaste... l'estate divina,
rigogliosa e calda come in terra italiana e poi l'inverno infernale
dai -20 ai -30, con ghiaccio e vento gelido dalla Siberia.
Pastorizia, un po' di agricoltura, caccia (con archi, aquile, cani e
trappole).
Sembra un mondo fantstico, direi quasi fantasy, con il latte
cagliato in ampie sacche di cuoio, la carne appesa a seccare,
il tabacco da naso nelle boccette del Capo famiglia,
le preghiere, le rotazioni rituali dentro la tenda (rigorosamente in senso
orario dal Padre verso la Madre) passando davanti al tempietto sacro,
ove di Santo non ci sono solo gli Dei Buddisti o Boo, ma anche i Cavalli,
i Parenti, i Monaci e Maestri, l'immancabile Gengis Khan e persino
qualche turista particolarmente amato od amico.
Una vita lenta, fluida (non per questo lieve o poco stressante)
ma scandita da un ritmo naturale, animale, ove le esigenze
concrete dell'ambiente (di animali, clima, territorio) dettano
agli uomini i propri stimoli interiori, gli istinti, le esigenze e i
desideri,
anche piu' profondi. Ammiro questi nomadi e la loro Arte
(che cose stupende sto vedendo nei Musei!) come mi era capitato
con i Satere' in Amazzonia... un'altra modalita' di pensiero, di vita,
d'attenzione alle cose, che tento disperatamente cerco anche solo
di assaggiare, di comprendere. Parlo con lo Yak (GRAZIE PRESIDENTE!),
osservo le radure innevate attorno alla Citta' di Ulunbar
che rappresenta una vera e rara eccezione mongola, e ascolto il
racconto salmodiante dello Sciamano davanti alla sua Gher
coperta di neve. Mi capisce? non so! Gli dico che tornero' in estate,
con il Gruppo, e lui sorride, poi mi passa il calice di vodka! Ecco la
prima minuscola bevuta. Ma ho imparato! Anulare immerso, poi
un goccio al cielo, alla terra, a me, e bagno la fronte dicendo
"Dunduur! Jakhan, Dunduur!"
Mi preparo ad un bel viaggio (primo dei 2 che voglio compiere per
l'esplorazione in questo gelido inverno), verso la cittadina di Darkhan,
a vedere un Museo ed un Tempio importanti e soprattutto
per ammirare questa natura e cultura realmente incontaminate!
Sono pensieroso mentre cerco di Comunicare alla Biglietteria
che desidero un Sedile Duro (sono piu' economici e soprattutto
scomodi ma Puliti rispetto ai sedili Morbidi, costosi e sporchi).
Viaggero' in Treno, poi un pezzetto di strada in Minibus o Jeep per
andare al Tempio ed il Ritorno in Autobus, per sperimentare una
parte delle belle avventure da percorrere con gli Ygramul in Estate.
Faccio esperienza!
IN STRADA
Sono a meta' del viaggio.
Passeggio per le vie di Ulunbatur, tra sculture di Ghiaccio (stanno facendo
una competizione di artisti Mongoli), Ristoranti fumanti e 'olezzosi',
molti ubriachi divertenti che se la prendono sbraitando a cani vagabondi o
alle vetrine ghiacciate, poi bambini di strada che giocano nella neve
(come fanno?!?) e i meravigliosi venditori improvvisati, come in tutte le
metropoli povere del mondo.
M'innamoro di un Venditore di Libri Usati, davanti al centro di Studi d'Arte
ove faccio le lezioni di Canto Tuvano; s'accampa in mezzo al ghiaccio,
impassibile e serio, con una fila ben ordinata di testi improbabili.
Poi le Edicole, minuscole, serrate dal gelo in 4 pareti chiuse, con un
minuscolo
sportello da cui passare le riviste, qualche bibita, sigarette o caramelle.
La gente vi si assiepa attorno, riprendendo un po' di energie per il freddo
che le mangia, non comprano quasi nessun giornale (ho visto
solo uomini altolocati e ben vestiti leggere quotidiani) ma osservano
i titoli esposti nelle Vetrine... per minuti... mezz'ore!
Oppure i banchetti, moltissimi e dovunque, con una semplice scatolaccia di
cartone o ferro e dentro: sigarette (da vendere raramente a pacchetti,
ma spesso singole), accendini, Chupa Chups (li amano moltissimo!)
e Telefoni o Bilance; per pesarsi o per chiamare qualche rarao amico o
parente che ha un telefono fisso in casa. Oppure aspettano!
Aspettano che qualche d'uno, chissa' da dove, li stia per chiamare!
Sono felice, veramente arricchito da questa Mongolia cosi' umana, poetica,
profonda e religiosa. Penso che solo questa visione e' valsa la pena del
viaggio, nonostante il gelo orribile (per me!). Mangio un buonissimo
Budaatai Khuurag (una sorta di spezzatino
alla piastra, con riso, verdure e pure') e due Buuz (ravioli di Montone al
vapore)
cercando di accompagnarlo con Suutei Tsai (The mongolo al Latte)
(ma e' veramente dura... il sapore mi
stordisce e infastidisce). Sono a meta' del mio viaggio..... la strada
continua...
vedro' ancora Musei (che bello quello delle Marionette!) e Templi (con
preghiere
profonde e antiche, ipnotiche e 'scavanti') e seguitero' le Lezioni ,
duramente, con caparbio desiderio di riuscire (oggi, per puro caso, e' uscito
dalla
mia gola il primo armonico!)... la strada prosegue. Ora vado!

lunedì 28 dicembre 2009

IX Diario Mongolia

MASCHERE TSAM
Sto lavorando, per il nostro Progetto Ygramul su Samuel Beckett
e anche per i Laboratori B.E.Y. della Commedia Greca,
su due differenti Maschere:

Il Vecchio Bianco o UVGON TSAGAAN
è un protettore popolare o divinità tra tibetani e mongoli veri credenti.
Ha un bastone a forma di drago ed è il Signore della Terra,
cielo e del bestiame.
Originariamente, egli è il progenitore di diverse famiglie
ed è anche considerato il protettore delle mandrie e il datore di raccolta.
La figura del White Old-Man può essere trovato in gran parte dell'Asia
ed è considerato un dio della fertilità o come un simbolo di lunga vita.
I Mongoli cristiani lo considerano il Santo Nikolaus, ma per gli sciamani
è Pan, lo Spirito della Terra. Nella Danza Tsam gioca il ruolo di un clown
come il suo comprimario Hoshang, monaco cinese.
Ha una faccia di colore bianco con la testa di un uomo molto vecchio;
a volte una verruca sulla fronte ma sempre una lunga barba bianca ed
un Costume bianco, lungo e semplice. Al collo porta un Rosario con grandi
perle
e alla cintura, si è spesso trovato, con un servizio di posate o un sacchetto
di Tabacco.
In una mano tiene il pellegrino, lungo bastone con una figura intagliata
alla sua estremità
superiore, di solito una testa di drago (ciò ricorda le sue origini
sciamaniche e
si distingue per il potere), e nell'altra mano tiene il suo rosario di
perle.
La gente ama essere toccata dal suo bastone di pellegrino, come promette
lunga vita.
Durante la sua danza tsam si distribuisce spesso tabacco, o dolci per i
bambini.
Si muove lentamente, con moto rotondo e circolare.

JAMSAR Il Dio Della Guerra
Sakhuis Ulaan Dogshin - Dshamsran - quando balla, si comporta
come se con le sue armi tagliasse finemente i nemici e gli estraesse i
cuori.
Ha una spada con una bandiera e nappe in mano o una freccia,
indossa una collana (erkhi), che è fatto di teschi presi da 50 persone.
Nel Mito mongolo giurò di sfidare e vincere su tutti i nemici peccaminoso
e rendere felici le persone per molto tempo. E' quindi una guardia della
religione (tshoijn sakhuis). La ricostruzione della sua maschera
"Burkhan Jamsran" (Dio potente Jamsran) dalla Danza Tsam
Ikh Khuree (nome di questo rituale tsam e il nome del Monastero da cui
proviene)
è stata fatta dal Puntsag monaco-Osor.
Anche il Dio della guerra appartiene al tempio degli Dei Terribili.
Non vi è alcun equivalente nel Pantheon indiano, può essere un pre-divinità
buddista
della Mongolia. In passato erano probabilmente offerti sacrifici umani a
questa
maschera sanguinaria, ed era compito dello Jamsran sacrificare quegli esseri
umani che non mantenevano i loro voti.
Nell'esercizio dei Danzatori Tsam egli appare di solito con le sue Guardie ed
armato
con i suoi coltelli sacrificali. Ha il viso di colore rosso-brunastro,
(il rosso e' simbolo e sinonimo di potere e tutto ciò che ha forza deve
presentare il colore rosso). E' ornato da molti teschi, messi in Corona, con
altre teste,
spesso in connessione con bandierine da ciascun cranio.
Possiede il Terzo Occhio di Saggezza al centro della fronte e una bocca
aperta con denti appuntiti a zanne. Spesso e' anche coperto di ori,
in una mano tiene una spada, e nell'altra mano tiene un cuore umano
o una pietra preziosa che ha il potere di soddisfare desideri.
Nel movimento e' lento, sontuoso, grande e fortissimo!

sabato 26 dicembre 2009

VIII Diario Mongolia

Appena terminato il Percorso di Canto e di Danza
voglio provare a vedere le cose fuori Ulanbator...
questa capitale e' una Mongolia falsata, il 5% della Realta'!
Voglio vedere quello che ho letto nei molti e molti Diari di Viaggio!
So che ora non sara' tutto possibile, anzi ben poco,
l'inverno qui e' davvero mortale per ogni
spostamento... ma voglio assaggiare almeno
una piccola parte di quelle meraviglie che ho
studiato e che vivremo a Luglio/Agosto
con il Gruppo Ygramul intero... non vedo l'ora:
ROBERTO IVE - scrittore
"Non una strada, una pista, un sentiero, un fabbricato, una casa.
Tutto sembra vuoto: colline brulle, ondulazioni sinuose, rilievi
appena accennati. Nessuna traccia di presenza umana.
Poi d'improvviso un fiume scintillante, una lunga strada diritta,
un ordinato susseguirsi di edifici, un'improvvisa e svettante ciminiera:
Ulaan Baatar, capitale della Mongolia".
GIANCARLO VENTURA - segretario associazione Soyombo
"La Mongolia, un viaggio che è come una iniziazione esoterica,
un viaggio a ritroso fino al giorno della creazione".
LAURA CAPASSO E ALFREDO SAVINO - viaggiatori
"Sotto un cielo immenso, illuminato solo dalle fluorescenti stelle
del quarantacinquesimo parallelo, camminavamo incerti, nel buio,
al seguito di un uomo a cavallo. Stavamo passeggiando nella steppa.
Quell'uomo nel suo del blu cobalto, con il capo coperto da un berretto
simile a una corona, ondeggiava, senza incertezza alcuna,
come se il buio fosse stato luce: ritto e fiero su quel cavallo che
sembrava il proseguimento del suo corpo, delle sue stesse gambe".
FRANCESCO CORTI - viaggiatore
"Ho viaggiato molto, soprattutto in Asia e Africa. Devo riconoscere
che la Mongolia è un Paese dove davvero il tempo si è fermato,
sembra di vivere nel passato".
STEFANO TRONCI - viaggiatore
"La realtà qui è così diversa da ogni altro posto in Europa da sfuggire
alla mia comprensione, tanto che alle volte ho bisogno di fermarmi,
riflettere e assimilare usi e costumi di una civiltà così lontana".

VII Diario Mongolo

FRUSTRAZIONI e CAPITALISMO
Le lezioni dei miei due Maestri (di Canto e di Danza) seguitano,
anche se sono un po' scoraggiato sulle reali possibilita'
di riuscire ad intonare un Canto Khoomi.
Mentre i passi di Danza mi sfiancano
fisicamente ma riesco a comprenderli,
a trovarli e copiarli dalla Maestra, invece resto
totalmente spaesato sul Canto...
Sono tecniche davvero molto molto molto
distanti dalle nostre, un uso della respirazione,
del peso corporeo, di tutto l'apparato fonetico
quasi agli antipodi di quello che ho un po'
assaggiato in Accademia, quando davanti al
pianoforte solfeggiavo come un burattino.
Il Maestro anziano passa, si affaccia nella
piccola stanzetta ove si studia il Canto di Gola,
e mi da' due colpetti addosso e in faccia.
Vuole indicarmi da
dove dovrebbe uscirmi il suono, e lo fa comunque
con gentilezza, ma solo il tocco delle sue dita
tozze, rinsecchite e macchiate (da alcolista) mi
fa precipitare nella frustrazione. Da' un colpo forte
allo sterno...poi alla pancia e per spiegarmi
tira fuori da chissa' dove un suono da terremoto,
profondo come una voragine rugosa.
Poi mi pizzica le guance, sorride e pare di sentire
un acuto da 'Stregatto', sornione e rotondo, come se
mi volesse ipnotizzare e poi mangiare. Non contento
mi passa i palmi sulle mandibole, poi sulle
orecchie, sul naso e la fronte sino alla 'fontanella' del cranio.
Li' mi fissa un dito e preme, preme come volesse fissarci
l'unghia in segno di conquista (si' Mongolia Italia 1 a 0!)
ed emette un armonico acutissimo, fatto di gorgheggi e
battimenti di 3, 4, 5 sonorita'. Ride.
Indica i quadri appesi al muro con lui ed il suo Maestro
di Chandam (come a dire... "ci sono passato anche io!")
poi mi stringe la mano e va via.
Guardo il figlio, mio vero insegnante ora. Sono sconsolato
ma lui mi dice "No, no problem! You Very Good Khoomi.
Pass and Pass and Pass..." Non credo mi sfotta,
(dice probabilmente quello che anch'io direi come
insegnante) ed e' grato e felice
veramente dei miei piccoli miglioramenti, eppure mi
sento alla base della Montagna. E c'e' nebbia e ghiaccio!
Per riprendermi dalla tristezza gironzolo tra vetrine incomprensibili
e congelate, poi mi butto (da sano occidentale capitalista)
in una sartoria e in un Antoquario e compro Vestiti e
Copricapi tradizionali per i prossimi Spettacoli Ygramul.
Non ho tanti soldi ne' spazio nei bagagli, ma voglio gia' riportare
dei segni a Roma di questa bella Mongolia. Iniziare il lavoro con
gli attori su Immagini e Oggetti di qui!
Con il Gruppo potremo prendere anche Oggetti e Strumenti Musicali,
io da solo ora non posso... ma almeno stoffa SI!
Arrivederci... BAIRTLA!

venerdì 25 dicembre 2009

VI Diario dalla Mongolia... NATALE!

Oggi prosegue la natalizia spirale della Temperatura....
CONGELO!!! Almeno i Mongoli sono autoironici e mettono Statue di Pinguini in
strada.
NATALE PATA'
Poco tempo oggi per scrivere...
sto passando un Natale assolutamente
surreale, in una metropoli
buddista e piena di tradizioni
nomadi antichissime che nulla
hanno a che spartire con il
cristianesimo e che sono state
semplicemente disorientate e confuse
dai moltissimi simboli della cultura
e soprattutto dell'immagine
Cattolica e del Natale Nord Europeo!
Vedo vestiti di Babbo Natale (della
Coca Cola) fusi con i copricapi e le
vesti sontuose della tradizione mongola.
Alberi di Natale di plastica con pendenti
pacchetti di stoffa, di riso, di cuioi,
crini di cavallo, ciotoline e bracciali
in argento. Un magnifico rebus di
connivenze tra mondi incontratisi negli
ultimi 30 anni, a colpi di pubblicita',
cinema e televisione.
Sono andato a Teatro a vedere un
Concerto di Natale con musiche tradizionali
mongole, un vero pugno nello stomaco per
i puristi e i puri accademici dell'antropologia
ed invece un vera festa luculliana per me
Patafisico! Segni confusi, Clowneri' ,
messaggi contraddittori tra oriente ed
occidente...! Magnifico!
Ecco un bel Natale diverso:
- Abete in plastica coperto di ovatta simil neve;
- Un cavallo Mongolo con la cella coperta di Lucine;
- Un piatto di spezzatino di montone, condito
da spezie mentolate e mischiato tra cetrioli,
patate lesse, peperoni rossissimi ed una salsa
allo yogurt di mirtillo;
- Sfilate di Monaci Buddisti che salmodiano inseguiti
da cani randagi rinsecchiti dal freddo;
GRAZIE UBU!

giovedì 24 dicembre 2009

V Diario dalla Mongolia

NATALE
Oggi, per Natale, il cielo ha regalato alla Mongolia un vento gelido dalla
Siberia. Si scende, scende, scende... -28? Non so ma per me NON e' vivibile!
Persino gli abitanti ne hanno risentito (finalmente! Ah!) e ho visto tutti,
eccetto le donne, coperti da sciarpe e cappelli, guanti e stivali... in
compenso io non riuscivo neanche a respirare! Mi sono aggirato come un
fantoccio vivente, saltellando di negozio in negozio per ripararmi dal gelo,
perche' nonostante ogni strato... beh nulla! Le orecchie, le dita, gli occhi,
il naso... scomparivano in un'imbarazzante ed apatica assenza legnosa. Nulla,
nessun messaggio, neppure il dolore. Come un'amputazione gelida e muta.
Giornata difficile, di malinconici pensieri lontani, di lucine che ornano i
fumi che sbuffano dalle porte dei negozi... di suoni Natalizi in scale musicali
che non conosco.
Alla lezione di Canto Khoomi il Maestro e' particolarmente gentile... e'
Natale? No, in realta' mi spiega (almeno credo di capire) che dobbiamo
affrontare una parte assai complessa del Canto di Gola Mongolo e comincia un
esercizio gentile (fatto di gorgheggi sulla melodia LIA - O - MI, MI - O - NGU)
che mi tengono per due ore in una morsa fatta di colpi di tosse, sudarella,
giramenti di testa e aritmie cardiache!
Che follia!! Non esagero... per 2 volte quasi svengo e le tempie mi pulsano e
lui mi dice che e' tutto normale, che sono le normali resistenze che il Corpo,
la mia abitudine vocale, mi mette davanti per difendersi! Io mi sento come se
stessi, con un cucchiaino da the, scavando nella gola, facendo spazio nella
trachea in zone serrate da anni e mi brucia tutto. Bevo, tossisco, sputo... lui
ride. Poi entra il Padre anziano, il vero Maestro, mi da' una pacca sulla
spalla e sembra soddisfatto. Di cosa? Ho paura di rovinarmi la voce ma loro mi
spiegano, in un inglese assurdo, che e' solo un muro da scavalcare.... poi ogni
esercizio che sto impararndo andra' fluido, libero e leggero per il respiro, la
voce, le energie... Si? Ma quando? mi sembra un percorso millenario e non so se
riusciro' realmente a cogliere qualche frutto, ma sono sulla giusta direzione e
solo tentare mi fa sentire felice... sto cercando, con gli occhi, con i
pensieri, con la lingua!
TEMPLI
La citta' offre stupendi Templi. Non si possono fotografare da dentro e
penso, come per la Danza Tsam ed i molti musei, che i Mongoli proteggono con
orgoglio e forza le loro tradizioni antiche. Nessuna foto all'interno, non foto
nei Musei, non foto alla mia insegnante di Danze... forse devo solo aspettare e
costruire la Fiducia necessaria ma d'altra parte sono felice che questo popolo
cosi' bello si difenda da mio sguardo curioso, Quindi nessuna testimonianza,
solo nel mio Diario, nella mia esperienza... Maschere stupende, movimenti
antichi e rituali (che narrero' in parte ai miei attori/ci e ai bei Laboratori
del Banjar), dipinti e gesti d'arte di ogni tipo, dalla preistoria ad oggi.
Questo e' un paese ricco, davvero... di cultura e di saggezza, tutto
raggomitolato su se' stesso nella forte protezione delle culture nomadi, nel
gelo delle pianure, nella desolazione delle Montagne impervie! Li guardo e
credo che siano vicini agli spiriti dei loro storici Destrieri. I Mongoli sono
fratelli dei loro Cavalli, e come loro sono silenziosi, forti e pronti ma
calmi, taciturni e chiusi. Nascondono una forza profonda, ma non hanno bisogno
di mostrarla, se non in rare occasioni. Per ora quindi nessuna foto di volti...
ci vuole tempo... devo guadadgnare la loro bella stima e fiducia ed attendere
ancora un poco. Al prossimo Tempio.
ORIENTAMENTO
Ecco per spiegarmi... guardate la Foto!
Dentro la Porticina di un normale palazzetto decadente vi sono una decina di
Negozi, persino un Punto Internet ed un Albergo! Guardate le insegne e capirete
bene come sia difficile orientarsi e comprendere dove trovare cio' che si
cerca! Per non parlare delle strade che: nei Cartelli sono segnate raramente ma
sempre in Cirillico/Mongolo, sulla Mappa dell'Ufficio del Turismo sono tradotte
in Mongolo con scrittura europea, sulla Mappa della Guida sono in Inglese (cio'
con il significato!). E' difficilissimo capirci qualcosa! Un esempio?
La via principale si chiama sulla Guida PAECE AVENUE, sulla Mappa ENKH TALVNY
ORGON CHOLOO e nella realta'... beh e' inutile che ve lo scriva... sarebbe come
!@#$#$^%^&&^())*^&%$$%@!@

mercoledì 23 dicembre 2009

IV Diario dalla Mongolia

DANZA TSAM
Mangio il primo piatto Mongolo di mio gradimento (Chiungiu' Te Horoka') anche
se la Carne e' durissima e il The al latte caldo che l'accompagna non mi e'
proprio familiare. Ma sono soddisfatto! Oggi conosco la Maestra delle Danza
Tsam, una ragazza giovane (come lo era l'insegnate a Bali di Movimenti Rama-
Sita-Kijang), si chiama Ulzii ed insegna danza ai bambini. Entro in una
palestra in mianiatura, piena di bimbe in tutu' rosa e rosso. Tutti ridono,
mentre mi cambio le scarpe e mi metto i pantaloni, sembro un gigante tra i
pigmei. Per fortuna, mi spiega (in un inglese arruffato che stento a capire),
non lavorero' sempre con i bambini, solo qualche volta! Sono un po' sollevato,
non tanto per il disagio dato dall'aspetto gigantesco, dall'eta' (ho 35 anni!)
e dall'italianita' assai estranea; ma piu' che altro perche' sono molto piu'
impacciato e bloccato della bimba piu' piccola! Comincio dai primi passi, il
respiro, l'assetto del peso e l'idea delle prime forme TSAM. Sto entrando in un
nuovo mondo. Mi diverte tanto scoprire le connessioni tra le vecchie conoscenze
e la sorpresa del nuovo... trovo assonanze con le Maschere Greche che stiamo
creando con i Laboratori, con i corpi dei danzatori balinesi, con l'universal
Commedia dell'arte, con le danze viste dai Cacique Guarani' e dai villaggi
Chewa! Non sara' il mio uno sguardo clinico e da antropologo, ma da Teatrante
e' molto utile ed interessante. Ricerco gli 'Archetipi', gli 'Stilemi', le
origini dei Simboli... Imparo, piano, piano.... piano....
Se volete vedere cos'e' la Danza Tsam :
http://www.youtube.com/watch?v=OP-efSivJ88
BIMBI DI STRADA
Oggi canto Khoomi assieme ad un bambino di strada appassionato di Hip Hop.
Lui e' piccolo (avra' 7 o 8 anni) ed e' bravissimo! Mischia le tecniche,
saltella da un armonico all'altro e ci mischia i suoni dell'Hip Hop, ritmando
veloce, sfregando la lingua, esplodendo le guance. Lo guardo. E' bello,
indurito dalla strada e dal gelo, con un capello pettinato a forza alla moda.
Mi raccontano che il Maestro anziano (che poi non e' tanto vecchio, avra' 60
anni, ma la vodka e il freddo l'hanno increspato come uno strofinaccio!), beh
lui si occupa di recuperare con il Canto i bambini di strada (un problema molto
forte ad Ulanbator. Sono tanti, vivono di piccoli furti, prostituzione, vari
commerci mafiosi e carita'. Viste le temperatura mostruose muioiono
giovanissimi ammalati di ogni cosa, e si riparano nel labirinto di Fogne sotto
la citta'. Anche in Russia, in Polonia e in molti paesi del Nord Europa e'
cosi' (vedi PARADA!). Cerco di farci amicizia, ma e' dura... sfugge.. gioca e
scappa altrove con lo sguardo. Non so se e' una realta' che sono in grado di
affrontare. Forse NON qui, NON con la lingua come ostacolo.
Comunque ne parleremo con gli Ygramul, perche' questi nostri Maestri di Canto
Khoomi (padre e figlio), se ne occupano!

martedì 22 dicembre 2009

III Diario dalla Mongolia

CANTO KHHOMI
Padre e Figlio della famiglia Ganbold (provenienti direttamente dalla regione
piu' importante del Canto Armonico Tuvano, la zona mongola dello Chandmani)
tentano faticosamente di passarmi la loro Tecnica millenaria.
Il padre Taravjavyn (T.Ganbold = http://www.youtube.com/watch?v=_t7AuZQfAvQ)
, un poco anziano, stanco e visibilmente ubriaco, sembra cedere alla stanchezza
(si asciuga piu' volte con un fazzoletto la fronte, mentre corregge ogni mio
dettaglio sbagliato: respiro, posizione del collo, tensione nella mandibola,
intonazione, ingolamento!) Insomma una tragedia! Dice varie cose in mongolo al
figlio (credo non proprio incoraggianti) poi mi guarda, la sua faccia di rughe
si fa bonaria, chiude un occhio alla Tenente Colombo e poi "Very Good". Ma esce
e mi lascia nelle mani del figlio Baljinujan (29 anni). Per fortuna lui e' un
bravo insegnante, semplice; giusto per il mio livello (zero) e un incredibile
talento musicale! Comincia a cantare i 4 diversi modi della Tecnica Khoomi...
ed io resto senza fiato! Mi spiega, con delle immagini sul portatile, la
posizione in cui dovrei riuscire a mettere la lingua e la gola... mi sento un
imbecille e capisco di NON avere alcun controllo di guance, lingua, faringe,
laringe, mandibola... devo esercitarmi molto. Lui comincia come dai bimbi
(fondamentalmente devo rimparare a parlare!) e andiamo in 1 ora di A-E-I-O-U!
Esco stanchissimo e felice!
QUARANTENA
Ho capito! Molti Mongoli mi guardano strano, ma non solo perche' sono
buffamente occidentale e solo! Non solo perche' giro coperto come un loro
Demone Buddista con 3 strati di robba e solo gli occhi che sbucano dal
ghiaccio! Non solo perche' non so dire quasi nulla in Inglese e tanto meno in
Mongolo! Anche perche' NON porto la Mascherina. Qui c'e' un allarmismo
incredibile... in ogni luogo pubblico si infilano la Maschera e stanno lontani
gli uni dagli altri. Il governo ha messo in tutte le vie principali dei
Cartelli in ferro con marcato bene a disegni: NON sternutite senza fazzoletto;
gettatelo nei secchi; distanza di 1 metro dagli altri; mascherina sempre;
lavatevi, ecc.... Sono molto spaventati, eppure a chiunque studente abbia
chiesto (mi hanno capito, Ole'!) tutti sminuiscono, sorridono, dicono che e' un
allarmismo superato e valido piu' per l'Estate... eppure poi mi salutano e si
rinfilano la mascherina andandosene allegramente. Boh! Medito (non so se
comprarmela o meno) mentre mi bevo un Caffe' americano solubile.
MUSEI
Ancora Musei e Musei, per scoprire l'orribile storia di Chengis Khan (che qui
e' adorato in tutto e per tutto, gettato sulle facciate dei palazzi, nei
ritratto a scuola, sull'etichette delle birre e della Vodka, nelle statue)...
eppure e' stato una sorta di Hitler (piu' geniale e inventivo, ma altrettanto
devastante ed orribilmente sanguinoso!). I musei sono magnifici e mi danno
mille spunti per il mio lavoro futuro e per il libro....
intanto continuo a gironzolare per questa assurda e grigia metropoli e colgo
le piccole e vitali meraviglie:
banchetti ove si vendono Telefonate, Ciupa Ciups e Pesate (si' con una
bilancia; puoi pagare per sapere quanto pesi! Cosi', in strada!).
i tram che continuamente si sganciano dai cavi elettrici, compiendo brusche
frenate, e richiedono al conducente di arrampicarsi sul tetto e manualmente
rinserire le antenne nel binario; i molti barboni che vivono sotto terra, nelle
fogne labirintiche del sub-ulunbator; il mio albergo che di notte diventa un
locale Karaoke...
Sto cercando di uscire di citta' per andare verso quelle lande che intravedo
oltre i palazzi e le baracche. Lande che SONO la vera desolata e selvaggia
Mongolia, ora innevata e colpita dal gelo della Siberia. Ma nessuna guida mi
vuole portare, dicono che e' pericoloso e che da solo NON si viaggia! Continuo
a provare... vorrei attraversare almeno un po' di quelle terre, ed andare verso
Karakorum (l'antica citta' del Khan), a 400 km dalla capitale. Ma e' solo il
mio IV giorno, c'e' tempo... lo trovero' un Pulman, sono certo! Basta
scavalcare l'immenso blocco della lingua. Ma qualcosa comincia a delinearsi
nella mente:
"BI-YE ZA-SAKH GA-ZAR KHAAA-NA BAI-DAG VE?" Mi scusi, dov'e' il Bagno?

lunedì 21 dicembre 2009

II Diario Mongolo

Appunti di Viaggio...
L'ARRIVO
L'aereo arriva a Mosca alle 18.30 ed ho circa un'ora per correre alla
Coincidenza con il volo per Ulanbator.
Sono gia' intontito (per ora ho perso 2 ore di fuso orario e tra poco me ne
mangero' altre 5, oltre agli insulsi Pasti della Compagnia russa che forse un
tempo erano relegati solo ai prigionieri).
Insegne solo in Cirillico... solo meravigliose Rune vermiglie! Mi guardo
attorno, chiedo ad una Donna masculina in divisa da poliziotto che neppure mi
risponde, si volta e getta la sigaretta sotto uno stivalone cattivo da KGB.
Corro, cerco... mi guardano strano, mi fermano e domandano perche' NON ho la
mascherina (almemo credo) visto che ovunque ci sono appesi cartelloni con la
parola QUARANTENA (quella si' che e' in inglese!)... e poi ecco un mitico
cartellino leggibile (raro e probabilmente odiato): TRANSIT. Sotto il Cartello
un grumo di gente da fumetto di Bilal: Coreani, Giapponesi, Mongoli, Inglesi,
Francesi...1 italiano. Tutti indistintamente furiosi. C'e' chi urla, chi
bestemmia in inglese (ed i Russi sorridono), chi colpisce i vetri con i pugni.
Un militare dalla mandibola preistorica (per sua fortuna protetto in un
gabbiotto) controlla da solo i Passaporti ed i Visti, ed una terribile
strettoia di vetro porterebbe la gente al controllo dei Bagagli. Ma sembra una
struttura fatta per 10 persone.. invece ce ne sono 200!
Tutto e' immobile, eccetto le urla. Spintonamenti, sussurri, piedi pestati,
ma NON c'e' nulla da fare, eccetto un'alternativa mafiosa che non capisco molto
bene. Qualcuno gesticola, una donnina tozza e inutile allora lo indica e lo
guida ad una porta laterale ove si saltano sia il Controllo dei Passaporti, sia
quello dei Bagagli (viva la sicurezza!). Boh!
Io ci provo... mi dicono una cosa strana (offensiva) in russo, ed un inglese
violaceo blatera qualcosa che vuol dire ("C'e' la fila!"). Io cerco di
spiegarmi facendogli vedere l'orologio (mancano 15 minuti al mio aereo!) ma lui
sorride con un ghigno e mi mostra il SUO aereo (sta partendo ORA!). "Sorry,
Sorry, Sorry" e arretro come un cane imbarazzato.
Nulla da fare... attendo... spinte... attendo... smorfie... attendo...
urla... attendo. Sono arrivato nel Tunnel e, premendo le mani sui vetri
laterali, scivolo in avanti portato dalla corrente sudata e pigiata (viva la
Quarantena!).
Comunque sia la disperazione, per aver perso l'aereo, diventa presto un
sorriso: il volo per Ulanbatur aveva bloccati in quel gorgo piu' della meta'
dei passeggeri, quindi ci ha aspettato! Anzi partira'... con 2 ore e 30 minuti
di ritardo (incastro dei voli!).
Magnifica Russia! Ringrazio con un infiocchettamento di "DA" e di
"SPASSIBA", mentre una signorina muscolosa mi crede un deficiente che si e'
inutilmente agitato.
ULANBATOR
Basti dire -22 la mattina... -28 la sera (e la notte NON lo voglio sapere!).
Peli della barba, del naso e soprattutto ciglia e sopracciglia congelati,
fastidiosi e dolorosi. Mi copro come un pupazzo, a strati, eppure ho freddo
alle ginocchia, alle nocche, al naso, ai polmoni! E loro? Gli abitanti di
questa brutta metropoli da socialismo sovietco/cinese sono indenni, passeggiano
vestiti come in un normale inverno, alcuni senza guanti o cappello, giacche
sbottonate!
Mi fanno innervosire mentre mi ridono dietro, in strada o davanti ai
monumenti, mentre mi guardano e non capiscono perche' sono cosi' coperto da
mostrare solo gli occhi tra il cappello e la sciarpona. "SONO ITALIANO... ANZI
ROMANO!!! E C'HO FREDDO!" Non posso neppure sorridere con lo sguardo, per
rispondere ironicamente.. se chiudo troppo lo sguardo le ciglia si uniscono e
mi resta l'occhio serrato! Ma e' inutile! Qui parlano solo Mongolo. Pochissimo
inglese, pochissimo, anche all'Universita'... fatico a dire qualunque cosa
(anche perche' il mio inglese e' pessimo e le rare persone che lo parlano NON
comprendono il mio!). Tutte le scritte in Mongolo (cirillico ancor piu'
stravagante), vetrine coperte da patine di gelo e di brina, porte serrate ai
negozi e oscurate da pesanti ed ampi tendaggi (per filtrare il Gelo). Insomma
NON so mai precisamente dove vado e dove sto entrando! Cerco una bottiglia
d'acque e mi trovo da un Parrucchiere, voglio Internet ed e' un bettola.... Non
mi ero mai sentito, lungo i miei viaggi, tanto isolato (da avere nostalgia
persino del parlare con qualcuno) e sono molto felice! Si', e' quello che
cercavo! Leggo i molti bigliettini lasciatimi per il viaggio, sfoglio i regali,
le mail affettuose, i piccoli amuleti di 'buon cammino'. L'affetto (tanto...
tanto... GRAZIE!!!) che mi e' stato riversato addosso prima di partire NON solo
mi scalda molto, mi dona la forza di resistere alle tante difficolta'
dell'isolamento e mi da' una bella sensazione del mio Ygramul e della mia vita
lontane (soprattutto in questa fase ove Ygramul si e' dissolto e riformato con
la rapidita' di uno vero sciame d'insetti!). Cosi' passeggio, nel ghiaccio e
nello smog. Brutta citta'... perfetta per me in questo momento.
Tanti incontri, sguardi, visioni, piccoli accadimenti... tra i palazzi appare
un Tempio buddista lucente e antico, i sontuosi monumenti governativi, le
stupende abitazioni/tenda (le gher). Odori, sapori, suoni stranissimi... cosi'
nuovi e affascinanti da tenermi perennemente intontito e stupito. Visito la
citta' e vi penso.
STUDIO
Ho iniziato, in questo III giorno di permanenza, il mio apprendistato di
Canto Khoomi (l'antichissimo Canto Armonico Mongolo) e domani incontrero' il
mio maestro di Danze Tsam (Religiose, con le Maschere o senza).
I primi giorni, frustrato dal freddo, mi sono riparato nei Musei e nei Templi
ed ho visto di tutto (monaci a pranzo, interi Dinosauri, Pittori contemporanei
mongoli, spettacoli per bambini, Giocattoli e Rompicapi tradizionali,
burattini, atleti di lotta in mutandoni ...) ma ora e' il momento di
studiare.
La sera scrivo il Libro (che inizia finalmente a prendere forma!) sull'idea
del Metodo Esoteatrale e sulla storia di questi primi 10 anni di Vita dello
Sciame Ygramul; primo Libro, spero, primo Capitolo di una storia Ygramul che
seguira' i suoi stupendi spettacoli, viaggi e laboratori (ora appesantita ma
anche arricchita dal nostro bel Teatro). Mi chiudo in camera di albergo per il
freddo per me insopportabile oltre le 22.00, ma anche per la paura che questa
citta' mi incute essendo da solo. Tutto e' oscuro (senza illuminazione) ed e'
pieno di ubriachi che vomitano vodka ghiacciato (la mattina e' uno spettacolo
di astrattismo!) e centinaia di cani randagi (la guida dice ATTENTI ALLA RABBIA
ed imparate la frase:" Nok-hoi kho-ri-o!" (Per davore tenga i suoi cani) SI, ma
dove stanno i padroni?
Insomma ora sono rintanato in un Internet Point, mentre la citta' fuori vive
rapida nel traffico e nelle feste. Sto qui a bere una zuppa di verdure e
nuddle, con la gola, il palato, la lingua e le labbra che mi fanno male, dopo
che per 1 ora un vecchietto rinsecchito ed ubriaco mi ha alitato in faccio note
impossibili alla Vodka, mentre con le mani mi manipolava il ventre portando il
mio fiato ove NON sapeva di poter andare! Mi sento un po' scosso, ma voglioso
e curioso di andare avanti in un percorso cosi' lontano e nuovo. Da domani,
ogni mattina 2 ore di canto e ogni pomeriggio 2 ore di Danze.... Ygramul ruba
anche da qui, come gia' fatto in tanti luoghi del mondo... ed io cresco,
sperando di riuscire ad apprendere almeno qualche suggestione da questo
meraviglioso e colorato Viaggio. Sperando di restare umile (cosa che i vecchi
Ygramul mi hanno piu' volte negato e criticato) e di avere una buona memoria.
Gia' la mente macina idee... per il nostro futuro spettacolo su Beckett e per
il Viaggio del nuovo Gruppo Ygramul che sara' a Luglio od Agosto, per vedere il
Naadam, la piu' grande festivita' mongola tradizionale.
** Per ora allego solo Foto di Internet, tra breve scarichero' le mie dalla
nuova Macchinetta Digitale (G R A Z I E!!!) che molti mi hanno regalato con
amore.
Alla prossima, Vania

I Diario Mongolo

MONGOLIA dal 19 Novembre 2009 al 10 Dicembre 2010
Viaggio apri-pista di Vania Castelfranchi (regista del Gruppo)
per il V Percorso Antropologico del Gruppo Ygramul (nuovo) a Luglio o Agosto
del 2010

domenica 20 dicembre 2009

mongolia


Visualizzazione ingrandita della mappa

Dal teatro Ygramul

si apre questo blog come diario del viaggio che Vania Castelfranchi, regista del Gruppo Ygramul LeMilleMolte, sta compiendo adesso nella fredda Mongolia. Prima tappa per un percorso che vedrà poi tutto il Gruppo Ygramul volare in Mongolia ad Agosto 2010.