mercoledì 30 dicembre 2009

X Diario Mongolo, lungo... META' VIAGGIO

LA VITA
Strano paese questo! Il 90% del territorio e' come fissato, direi quasi
innamorato, da una bolla temporale, ove i ritmi, le tecniche,
i pensieri, viaggiano ancora nelle modalita' e nella poetica del 1200
o di Gengis Khan. Grande traversate a cavallo o carro, davanti a
deserti rocciosi e sabbiosi, montagne boschive,
laghi e fiumi, vallate incredibilmente vaste... l'estate divina,
rigogliosa e calda come in terra italiana e poi l'inverno infernale
dai -20 ai -30, con ghiaccio e vento gelido dalla Siberia.
Pastorizia, un po' di agricoltura, caccia (con archi, aquile, cani e
trappole).
Sembra un mondo fantstico, direi quasi fantasy, con il latte
cagliato in ampie sacche di cuoio, la carne appesa a seccare,
il tabacco da naso nelle boccette del Capo famiglia,
le preghiere, le rotazioni rituali dentro la tenda (rigorosamente in senso
orario dal Padre verso la Madre) passando davanti al tempietto sacro,
ove di Santo non ci sono solo gli Dei Buddisti o Boo, ma anche i Cavalli,
i Parenti, i Monaci e Maestri, l'immancabile Gengis Khan e persino
qualche turista particolarmente amato od amico.
Una vita lenta, fluida (non per questo lieve o poco stressante)
ma scandita da un ritmo naturale, animale, ove le esigenze
concrete dell'ambiente (di animali, clima, territorio) dettano
agli uomini i propri stimoli interiori, gli istinti, le esigenze e i
desideri,
anche piu' profondi. Ammiro questi nomadi e la loro Arte
(che cose stupende sto vedendo nei Musei!) come mi era capitato
con i Satere' in Amazzonia... un'altra modalita' di pensiero, di vita,
d'attenzione alle cose, che tento disperatamente cerco anche solo
di assaggiare, di comprendere. Parlo con lo Yak (GRAZIE PRESIDENTE!),
osservo le radure innevate attorno alla Citta' di Ulunbar
che rappresenta una vera e rara eccezione mongola, e ascolto il
racconto salmodiante dello Sciamano davanti alla sua Gher
coperta di neve. Mi capisce? non so! Gli dico che tornero' in estate,
con il Gruppo, e lui sorride, poi mi passa il calice di vodka! Ecco la
prima minuscola bevuta. Ma ho imparato! Anulare immerso, poi
un goccio al cielo, alla terra, a me, e bagno la fronte dicendo
"Dunduur! Jakhan, Dunduur!"
Mi preparo ad un bel viaggio (primo dei 2 che voglio compiere per
l'esplorazione in questo gelido inverno), verso la cittadina di Darkhan,
a vedere un Museo ed un Tempio importanti e soprattutto
per ammirare questa natura e cultura realmente incontaminate!
Sono pensieroso mentre cerco di Comunicare alla Biglietteria
che desidero un Sedile Duro (sono piu' economici e soprattutto
scomodi ma Puliti rispetto ai sedili Morbidi, costosi e sporchi).
Viaggero' in Treno, poi un pezzetto di strada in Minibus o Jeep per
andare al Tempio ed il Ritorno in Autobus, per sperimentare una
parte delle belle avventure da percorrere con gli Ygramul in Estate.
Faccio esperienza!
IN STRADA
Sono a meta' del viaggio.
Passeggio per le vie di Ulunbatur, tra sculture di Ghiaccio (stanno facendo
una competizione di artisti Mongoli), Ristoranti fumanti e 'olezzosi',
molti ubriachi divertenti che se la prendono sbraitando a cani vagabondi o
alle vetrine ghiacciate, poi bambini di strada che giocano nella neve
(come fanno?!?) e i meravigliosi venditori improvvisati, come in tutte le
metropoli povere del mondo.
M'innamoro di un Venditore di Libri Usati, davanti al centro di Studi d'Arte
ove faccio le lezioni di Canto Tuvano; s'accampa in mezzo al ghiaccio,
impassibile e serio, con una fila ben ordinata di testi improbabili.
Poi le Edicole, minuscole, serrate dal gelo in 4 pareti chiuse, con un
minuscolo
sportello da cui passare le riviste, qualche bibita, sigarette o caramelle.
La gente vi si assiepa attorno, riprendendo un po' di energie per il freddo
che le mangia, non comprano quasi nessun giornale (ho visto
solo uomini altolocati e ben vestiti leggere quotidiani) ma osservano
i titoli esposti nelle Vetrine... per minuti... mezz'ore!
Oppure i banchetti, moltissimi e dovunque, con una semplice scatolaccia di
cartone o ferro e dentro: sigarette (da vendere raramente a pacchetti,
ma spesso singole), accendini, Chupa Chups (li amano moltissimo!)
e Telefoni o Bilance; per pesarsi o per chiamare qualche rarao amico o
parente che ha un telefono fisso in casa. Oppure aspettano!
Aspettano che qualche d'uno, chissa' da dove, li stia per chiamare!
Sono felice, veramente arricchito da questa Mongolia cosi' umana, poetica,
profonda e religiosa. Penso che solo questa visione e' valsa la pena del
viaggio, nonostante il gelo orribile (per me!). Mangio un buonissimo
Budaatai Khuurag (una sorta di spezzatino
alla piastra, con riso, verdure e pure') e due Buuz (ravioli di Montone al
vapore)
cercando di accompagnarlo con Suutei Tsai (The mongolo al Latte)
(ma e' veramente dura... il sapore mi
stordisce e infastidisce). Sono a meta' del mio viaggio..... la strada
continua...
vedro' ancora Musei (che bello quello delle Marionette!) e Templi (con
preghiere
profonde e antiche, ipnotiche e 'scavanti') e seguitero' le Lezioni ,
duramente, con caparbio desiderio di riuscire (oggi, per puro caso, e' uscito
dalla
mia gola il primo armonico!)... la strada prosegue. Ora vado!

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