sabato 2 gennaio 2010

XI Diario dalla Mongolia

Oramai manca una sola Settimana al mio ritorno a Roma...
da un lato sento crescere una sorta di sollievo dentro
(per la tanta solitudine, l'immenso freddo, il profondo
isolamento che, nonostante queste sporadiche Mail,
ho sofferto!)... eppure non vedo gia' l'ora di star di nuovo qui,
in questo universo davvero
prezioso e perduto nei meandri del Tempo.
I COLORI
Scavalco il Capodanno in un buco gettato nel nulla,
questa stupida Darkhan semiabbanonata, nel vuoto
di ghiaccio e neve che mi circonda, nel silenzio dei
venti della Siberia (qui sono piu' vicino al confine Russo)
e nel gelo che mi secca i pollici e gli alluci dolorosamente
(anche doppi 'scaldotti' in Scarpe e Guanti sembrano
proprio NON voler fare il loro dovere qui! Grazie Gab e Katia
ma i vostri sforzi e cobsigli risultano vani a -28!).
Questo Capodanno mi avvolge nei Colori
fantastici della vera Mongolia. Mi sembra di viaggiare
dentro un disegno di Lauretta (una delle bimbe
piccole che segue il Laboratorio Flyck) ove nessun colore
puo' restare tappato e tutto deve sfogarsi sulla carta
in un overdose di luce! Cosi' vivo il lungo viaggio in Treno
accalcato sul Sedile duro (piu' economico) in una
folla di capocce e piedi che si incastrano a piu' livelli:
chi dorme sui lettini sopraelevati o sugli alti Porta-Bagaglio,
chi si stringe su sediletti e ai lati dei tavolini, chi sbircia fuori
dal finestrino prima che si geli il vetro e faccia una cortina
nivea, merlettata di ghiaccio. 8 ore meravigliose,
con i bambini mongoli stupendi che mi osservano
spaventati pensando che sia un Arabo.
Parlano in lingua, rapidi come acqua, incomprensibili,
ma dai loro cappellini e dalla sciarpette
colorate ogni tanto si distingue netto un "Arrhab" e
"Therroristhe"! Sorrido. Credo di essere davvero
buffo per loro ed un poco spaventoso con il mio
Barbone nero fiorito di peluria bianca da vecchio.
Rub al paesaggio tutti ler tonalita' di bianco e di
grigio che mio cervello poteva immaginare. Credo
proprio che quando tornero' con gli Ygramul vedremo
ogni tipo di Verde e Blu! Che bell'aspettativa!
Alle 9.00 del 1 Gennaio m'infilo in uno stupendo Tempio
buddista ove si prepara la prima preghiera. I Monaci,
giovanissimi e semplici, mangiano, fasciati dalle sporche
vesti arancioni e da una grande stoffa rossa pendente.
Mi osservano e mi fanno entrare con timore.
Ed eccomi abbracciato dalla meraviglia arcobaleno del loro
Tempio in legno. Divinita' fiabesche, animalesche ed
estatiche, grondanti simboli, oggetti, ninnoli, fasce di stoffa...
e colore ovunque: Draghi rossi sulle colonne, teste bianche
mozzate dipinte sulle pareti, lingue di stoffa e pennacchi
arancioni, verdi, azzurri... Statue d'oro, strumenti in Bronzo,
arazzi dai mille fili intricati di grigio e rame; biscotti fumanti
e vodka in offerta agli altarini..... Poi suona la Conchiglia
di inizio, con un rombo profondo che mi scuote il ventre,
e assisto ad una cerimonia di fede vibrante. Mi sento felice,
commosso, eppure dopo un po' sono angosciato
da quei canti ripetitivi e sciabordanti, dalle lunghe
preghiere ridondanti e colpite a ritmo di piatti e tamburi.
Mi sale una paura, forse il vuoto della mia Fede assente,
e devo uscire! Subito!
Colori, suoni, emozioni profonde... forse troppo o troppe...
Entro in un 2010 con una magnifica indigestione
di Fede antica, stordito e gioioso.
Confuso... Non capiro' mai, ma almeno l'ho vissuto e
mi resta dentro, ronzante come quella conchiglia,
il Dubbio!
CONTRADDIZIONI
- Sculture di Ghiaccio che riflettono le luci delle insegne
pubblicitarie di un Supermercato.
- Un militare gentilissimo che mi indica il Cartello dei treni
(per aiutarmi a capire dove e come prendere il mio)
e non comprende il mio panico, vero e teso,
perche' NON so neppure decifrare una di quelle Rune!
Eppure sorride e mi continua a dire
"No Problem! No Problem! Twenti Twenti".
Ora fate un po' voi: il treno e' per Darkhan, costa 5000 Tugrik,
parte alle 10.30 e arriva alle 18.30, dal Binario 1!
- Un minuscolo Monaco di 12 anni mi offre una scodella
di riso, poi mi fa segno di togliermi il cappuccio ed i guanti.
Io lo faccio ma cerco di spiegargli che mi si congelano
le mani e le orecchie. Lui ride e riprende il riso.
- Indico sul mio Libro di traduzione in Mongolo il
Cibo Buuz (ravioli al vapore con carne),
il corpulento oste mongolo, grezzo e rubicondo,
mi da' una pacca sulla spalla ed inizia una discussione
con me in mongolo stretto. Parla per 20 minuti,
felice come se partecipassi o capissi. Rido che sembro
un demente e scuoto la testa. "Bi Hun (io sono) Italiano!".
Mi porta una zuppa di verdure.
- Sono isolato a Dakhan, non c'e' alcun Treno o Autobus
di ritorno (1 Gennaio e Neve). Come faccio?
Trovo una vecchietta armata d'auto sportiva,
carica di gente (1 ragazzo e una coppia di ciccioni)
che vanno a Sud. Mi porta lei! 12000 Tugrik (6 Euro).
Corre, per le strade che tagliano il nulla mongolo,
e schiva il miliardo di buche, dossi, cani e mucche
che attraversano 3 ore di viaggio.
Ogni tanto si ferma, esce e fa una passeggiata
al bordo della strada, per girare intorno agli Ovoo,
i montarozzi sacri della religione Buddista e Bo che
segnano le magiche vie dei nomadi. Io tremo
ogni volta riaccende il motore.

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